LA GEOLOGIA E VULCANOLOGIA
L’intera collina di Posillipo, dal punto di vista geologico, rappresenta il lembo dell’antica cintura calderica originatasi a seguito dell’eruzione del Tufo Giallo Napoletano, avvenuta circa 15.000 anni fa, e da cui è quasi interamente formata; per tale motivo essa è parte integrante del sistema vulcanico flegreo e per questo la zona è ancora soggetta ad attività vulcano-tettonica, che si manifesta attualmente sotto forma di bradisismo e nella presenza di emissioni gassose (fumarole) subacquee visibili anche a pochi metri di profondità. Testimone dell’intensa attività vulcanica che ha forgiato questa costa è la stretta ed affilata propaggine di Punta Cavallo, limite occidentale della Baia di Trentaremi e dell’Area Marina Protetta stessa, relitto dell’antico vulcano di Coroglio, successivamente inglobato dai depositi piroclastici emessi durante l’eruzione del Tufo Giallo Napoletano ed in parte eroso dall’incessante azione del mare.
Gli Isolotti della Gaiola, separati dalla terraferma da uno stretto braccio di mare largo mediamente 50m, dividono idealmente la fascia costiera del Parco in due settori: quello di levante, dove la collina digrada dolcemente verso il mare, solcata da stretti canali di ruscellamento, e quello di ponente, caratterizzato da alte falesie a picco sul mare, alte fino a 150m, che cingono l’ampia Baia di Trentaremi. Dal punto di vista geomorfologico, l’attuale conformazione costiera dell’AMP, è il risultato dell’interazione tra erosione naturale, movimenti bradisismici ed intenso rimaneggiamento antropico dei costoni tufacei avvenuto in diversi periodi storici. A testimonianza di ciò le maestose Grotte di Trentaremi, che si aprono sul versante orientale dell’omonima baia, frutto di secoli di attività estrattiva, iniziata, molto probabilmente in epoca greco-romana.