Progetto URCHIN
Il Progetto URCHIN (Underwater Research Coralligenous Habitat In Naples) finanziato dal MUR a valere sulle risorse del Piano Nazionale Ripresa e Resilienza (PNRR) missione 4, “Istruzione e Ricerca” - Componente 2, nell'ambito del Programma di Ricerca Progetto Centro Nazionale della Biodiversità “National Biodiversity Future Center" (NBFC - Spoke 8), è un progetto a cura dell'Area Marina Protetta Parco Sommerso di Gaiola.
Il Titolo del progetto “Underwater Research Coralligenous Habitat In Naples” si riferisce allo studio, monitoraggio e alla conservazione della biocenosi coralligena presente all’interno della ZSC IT IT8030041 “Fondali Marini di Gaiola e Nisida”, ma l’acronimo “Urchin” del progetto fa riferimento al secondo target progettuale, il Sea Urchin, ossia uno studio sul riccio di mare Paracentrotus lividus.
Target di Progetto
I 2 Target di progetto sono stati identificati da un processo di analisi delle criticità e vulnerabilità ancora vive rispetto agli obiettivi di conservazione del Parco. Come le spine del “Sea Urchin” tali criticità rappresentano le due “spine nel fianco” del Parco legate alla persistenza di attività antropiche, spesso illegali, che ancora incidono su questi 2 target.
Target 1 - Biocenosi CORALLIGENA
Il coralligeno rappresenta uno dei maggiori “hot spot” di biodiversità Mediterranea, assieme alle praterie di Posidonia oceanica. L’habitat a coralligeno ospita infatti più specie di qualsiasi altra comunità Mediterranea. Oggi i fondali rocciosi sciafili del banco della Cavallara, della secca della Badessa e del banco di Nisida, all'interno del Parco e della ZSC, sono caratterizzati tutti da biocenosi a Coralligeno rappresentanti di fatto le uniche biocenosi a Coralligeno presenti nella Città di Napoli. Avere dati qualitativi e quantitativi sullo stato ecologico, caratterizzazione e impatti presenti sul coralligeno dentro e fuori il Parco permetterà di migliorarne in maniera mirata le azioni di tutela.
Target 2 - Riccio di mare Paracentrotus lividus
Il Paracentrotus lividus, il cosiddetto “riccio femmina”, è una specie protetta inserita nell’Annesso III del Protocollo SPAMI, in quanto “specie che necessita di una gestione oculata” e la cui pesca in Italia, vietata all'interno del Parco, fuori dalle AMP è regolamentata, dal Decreto Ministeriale 12 Gennaio ’95. Il riccio di mare Paracentrotus lividus è andato incontro ad una recrudescenza delle attività di pesca di frodo, causata da una richiesta sempre crescente nel mondo della ristorazione. L'abbondanza di tale specie all'interno dei confini del Parco, accentuata dalla conformazione geomorfologica e mesologica dei fondali, unita al continuo depauperamento di tale risorsa nelle aree esterne, spinge sempre più i pescatori di frodo all'interno dell'AMP.
Sul Paracentrotus lividus verranno acquisiti dati sulla consistenza e dinamica di popolazione assieme a dati quantitativi su classi di taglia, dimensioni e localizzazione ed estensione delle aree di nursery.