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Napoli dice NO alle fogne in ZSC

Napoli (e non solo) non ci sta a lasciarsi distruggere in silenzio l'ultimo paradiso costiero della sua Città.

Una vera e propria onda blu ha partecipato all'avviso pubblico della Direzione Valutazioni Ambientali del MASE per raccogliere pareri ed osservazioni sul Progetto contenuto nel PRARU di Bagnoli che prevede la realizzazione di un secondo scolmatoio fognario, all'interno della Zona Speciale di Conservazione IT8030041 "Fondali marini di Gaiola e Nisida" della Rete Natura 2000, e l'incremento degli scarichi sui fondali marini della stessa zona.


Professori universitari, ricercatori, esponenti delle associazioni ambientaliste e del mondo culturale ma anche cittadini comuni e rappresentanti del variegato mondo legato alla risorsa mare come mitilicoltori, balneari e storici circoli nautici. Tutti assieme per dire NO a questo progetto che rischia di distruggere per sempre l'ultimo polmone biologico del mare di Napoli.


Trattasi dell'area di maggiore pregio biologico, archeologico e paesaggistico dell'intera fascia costiera della Città di Napoli, che proprio per tale motivo ha visto nel 2002 l'istituzione dell’A.M.P. Parco Sommerso di Gaiola con D.I. 07/08/2002, seguita dalla designazione quale Zona Speciale di Conservazione della Rete Natura 2000 con D.M. 27/11/2019 (individuato quale Sito di Importanza Comunitaria nel 2011).

Proprio gli studi condotti dal Parco in questi anni, assieme ad Università ed Enti di ricerca,  hanno messo in evidenza  come nello specchio di tra l'Isola di Nisida e la Gaiola vi siano concentrati i tre più importanti ed ormai unici banchi di Coralligeno della costa cittadina e non solo, che, come noto, rappresenta assieme alla Posidonia oceanica un habitat fondamentale per la biodiversità del Mediterraneo, focal point per la Marine Strategy (Direttiva 2008/56/CE), inserito nel Protocollo SPA/BD (Specially Protected Areas and Biological Diversity in the Mediterranean) della Convenzione di Barcellona per la protezione del Mar Mediterraneo e nell'Allegato I della Direttiva Habitat (92/43/CEE). E' inoltre in corso proprio in quest'area, per la prima volta nella Città di Napoli, come prescritto dalla stessa Direttiva Habitat, un importante progetto di Restoration habitat su Posidonia oceanica, che rappresenta un'ecosistema prioritario fondamentale del Mediterraneo, la cui rinascita sui fondali napoletani è possibile proprio grazie alla presenza dell'Area Marina Protetta.



Ecco quindi che scendono in campo in difesa del Parco Docenti universitari del calibro del Prof. Giovanni Fulvio Russo, ordinario di ecologia marina all'Università Parthenope di Napoli e già Presidente della Società Italiana di Biologia Marina dichiarando che la cospicua Relazione tecnica di Parere Negativo presentata dal Parco rappresenta "un'esamina più che completa delle motivazioni che dovrebbero indurre il decisore ad un radicale ripensamento delle opere partendo dalla delocalizzazione immediata degli scarichi già esistenti".

Gli fanno eco un folto gruppo di Ricercatori della Stazione Zoologica di Napoli che in una nota congiunta sottolineano: "L'Area Marina Protetta Parco Sommerso di Gaiola sta svolgendo un’opera straordinaria nel valorizzare e riqualificare un piccolo tratto di costa della città di Napoli. Siamo assolutamente contrari alla realizzazione di opere che vanno in una direzione del tutto contraria. Ciò che andrebbe fatto sarebbe rimuovere gli scarichi esistenti e non prevederne di nuovi".

E poi l'Istituto Gestione Fauna, l'Associazione professionale delle Scienze Ambientali la rete dei siti culturali ExtraMANN e tantissimi altri. Naturalmente scendono in campo compattate e riunite nel Coordinamento Tutela Mare  ben 16 Associazioni ambientaliste territoriali (Greenpeace Gruppo Locale Napoli, Marevivo Onlus, FAI - Fondo Ambiente Italiano, WWF Napoli, CSI Gaiola Onlus, Vivara APS, ASOIM, Let's do it Italy, Oceanomare Delphis Onlus, ONESEA Alliance, Associazione Nemo Ischia, Legambiente Città Flegrea, N' Sea Yet, Cleanap, Associazione Domizia, Associazione Gea).

È nostro dovere istituzionale non ripetere gli errori del passato e cogliere l'opportunità di ripensare e riprogettare integralmente il sistema fognario dell'area occidentale di Napoli, secondo i principi del ciclo integrato delle acque, del Green Deal europeo che prende le mosse dall'Agenda 2030 delle Nazioni Unite, tenendo conto anche della Nature Restoration Law approvata dall’Ue e non in ultimo della nostra Costituzione”, dice Rosalba Giugni, la Presidente di Marevivo e portavoce delle 16 associazioni che hanno dato il via già diversi mesi fa a questa mobilitazione in difesa del Parco Sommerso di Gaiola e della ZSC Europea. A fine Aprile una grande manifestazione al Parco dal titolo eloquente "Difendiamo il paradiso" e poi il lancio di un video altrettanto eloquente e drammatico: https://youtu.be/_-Mcqh65Nfg?si=MmnTanRak-_wOLO7.

"Da oltre 20 anni  Napoli aspetta che si ponga rimedio a grossolani errori del passato che immisero, in uno dei tratti di mare più preziosi del mondo, gli scarichi di bypass dell'impianto di trattamento fisico delle acque reflue di Coroglio. Perseverare oggi a distanza di 23 nel solco di quegli errori sarebbe davvero imperdonabile, anche perchè oggi abbiamo tutti gli elementi conoscitivi che la ricerca scientifica ci ha messo a disposizione per permetterci di non fare più passi falsi e soprattutto rimediare a quelli che abbiamo fatto in passato, invece di perseverare. Fa davvero tanto piacere constatare però che rispetto al passato tantissima gente di questa città, e non solo, oggi è pronta a difendere quest'ultimo scrigno di biodiversità e storia del nostro mare". Dichiara Maurizio Simeone, Direttore dell'Area Marina Protetta Parco Sommerso di Gaiola, che da oltre 20 anni si batte per la chiusura dello scarico di troppopieno di Coroglio e naturalmente ha presentato a più riprese cospicue relazioni tecnico-scientifiche di parere negativo al progetto di realizzazione dei nuovi scarichi e richiesta di rimozione dei vecchi.

Grazie all'istituzione del Parco in questi anni si è riuscito a recuperare dal degrado un luogo unico al mondo restituendolo alla collettività. Un luogo dove tutti i giorni si fa ricerca divulgazione scientifica ed educazione ambientale e dove finalmente si può riscoprire e toccare con mano le meraviglie del mare di Napoli. Oggi questo progetto rappresenta un tragico e cieco ritorno al passato. Distruggere tutto questo paradiso sarebbe imperdonabile.

Ora si attendono con fiducia le valutazioni del MASE.



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