I risultati ZERO WASTE al Parco Sommerso di Gaiola, con il modello di fruizione sostenibile
- martinadefina
- 3 giorni fa
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Aggiornamento: 2 giorni fa
Uno dei traguardi più importanti raggiunti negli ultimi anni grazie all'introduzione del protocollo di fruizione sostenibile nel Parco Sommerso di Gaiola, a partire dal 2020, è stato indubbiamente la riduzione a zero dell’impatto ambientale dovuto alla produzione e dispersione di rifiuti a terra e a mare nell’area, dovuti all'attività di balneazione e fruizione turistico ricreativa della piccola spiaggia di cala S. Basilio, presente all'interno della Zona B dell'Area Marina Protetta.
Negli anni precedenti il 2020 infatti, come noto, la forte pressione antropica nell’area, che in particolare in estate raggiungeva picchi fino a 2000 persone contemporaneamente presenti in un’area di neanche 500 m2, aveva impatti devastanti a livello ambientale, non solo dal punto di vista naturalistico sulle specie marine e terrestri presenti (per approfondire questo aspetto, clicca qui) ma anche dal punto di vista dell’inquinamento dovuto dalla produzione e dispersione di rifiuti nell'ambiente.
Fino al 2019 nella sola area di balneazione pubblica interna al Parco si producevano mediamente circa 100kg di rifiuti al giorno nella stagione estiva, pari a 3 tonnellate di rifiuti al mese.

Molti dei rifiuti prodotti venivano abbandonati nell'ambiente, sulla spiaggia e lungo la pedamentina di accesso, e un gran quantitativo finiva ovviamente in mare sui fondali del Parco.
Questa situazione era aggravata dal fatto che il sito, com'è noto, non è servito dal servizio pubblico di raccolta e smaltimento dei rifiuti prodotti dai bagnanti stessi, per inaccessibilità dell'area ai mezzi di raccolta sia da terra che da mare.
Nonostante gli sforzi quotidiani nel tentare di contenere in qualche modo la produzione e dispersione di rifiuti nell'ambiente, i numeri erano tali che la maggior parte degli sforzi risultavano vani. Oltre a tentare di ripulire quotidianamente l’area costiera e i bassi fondali, periodicamente era necessario svolgere pulizie dei fondali con i subacquei volontari del Parco, per tentare di liberarli da rifiuti che inevitabilmente cadevano a mare di continuo dall'area di balneazione.
Dalle analisi che venivano svolte sul materiale recuperato dai fondali di cala S. Basilio spiccava la grandissima quantità soprattutto di vuoti a perdere e monouso in plastica (bicchieri, piattini monouso, lattine, bottiglie, sacchetti di plastica).
Sulla base delle analisi condotte nelle situazioni critiche degli anni precedenti, a partire dal 2020, con l’introduzione del modello di fruizione sostenibile che consente la regolamentazione dei flussi turistico-ricreativi nell'area, è stato possibile attuare il principio "Zero Waste", ovvero “Rifiuti Zero”, in linea in linea con la campagna "Plastic Free" del Ministero dell’Ambiente e le finalità istitutive del Parco.
Fin dal momento della prenotazione sul Sito istituzionale del Parco gli utenti vengono informati del fatto che nell'Area protetta non è possibile introdurre vuoti a perdere, come bottiglie di plastica, bottiglie di vetro, lattine e monouso di alcun genere. Inoltre, a partire dal cancello di accesso, l’area è disseminata di cartellonistica che avvisa gli utenti riguardo il divieto di introduzione di vuoti a perdere.
Tali norme di tutela ambientale sono riportate anche sul voucher di prenotazione per l’accesso agli utenti nel Parco.

Vengono inoltre organizzate durante la stagione estiva attività di sensibilizzazione sul tema dei vuoti a perdere e dell'inquinamento marino ed attività di pulizia in concomitanza con mareggiate che ammassano rifiuti sulla spiaggia.
Come si evince dal Grafico seguente, a partire dal 2020, e per tutti gli anni a seguire, la dispersione di rifiuti nell’ambiente è stata pressoché pari a zero durante tutto l'anno nonostante la grande quantità di bagnanti visitatori e scolaresche che hanno frequentato il Parco sia in estate che nelle altre stagioni dell'anno.

Si può affermare ormai che questo risultato in termini di azzeramento dell'impatto ambientale da dispersione rifiuti nell'ambiente è un risultato consolidato, il cui sforzo di mantenimento è sempre minore dato che ormai a 4 anni di distanza, la regolamentazione zero waste di fruizione dell'area ha stimolato un approccio più consapevole da parte dei fruitori. Quest’ultimi infatti hanno accettato di buon grado le norme di tutela ambientale del Parco collaborando attivamente nel mantenimento della spiaggia pulita e nell’utilizzo materiali riutilizzabili come borracce termiche e contenitori non monouso per cibo e bevande, anziché utilizzare vuoti a perdere.
E stata inoltre predisposta una fontana di acqua potabile pubblica sulla terrazza del CeRD per dare la possibilità a tutti di riempire le personali borracce.
Allo stesso modo, gli utenti hanno compreso ed accettato l’assenza di cestini per rifiuti nell’area di balneazione pubblica, che una volta si trasformavano in cumuli di rifiuti che attiravano la proliferazione di ratti e venivano presi di mira da gabbiani che ne aumentavano la dispersione.
L’apprezzamento da parte dei bagnanti verso i livelli di pulizia e decoro dell’area emerge anche dai dati collezionati attraverso i questionari di gradimento sottoposti ai bagnanti stessi durante gli anni (Clicca qui per vedere i dati del gradimento da parte dei fruitori)
· Survey dispersione rifiuti in mare 2024
Anche per quel che riguarda la dispersione di rifiuti in mare e quindi l'impatto diretto sull'ecosistema marino dell'attività balneare i risultati sono notevoli.
Se fino al 2020, l'area di balneazione pubblica della Gaiola rappresentava la principale fonte di dispersione di rifiuti in mare direttamente all'interno dell'area marina protetta, con presenza di vaste aree di accumulo di rifiuti specialmente nella cala S. Basilio che, peraltro per la sua stessa conformazione, soprattutto durante la stagione estiva rappresenta un'area di insaccamento e scarso ricambio delle acque rispetto all'esterno del porticciolo, a partire dal 2020 si è assistito ad una radicale inversione di tendenza.
In particolare, il Parco ha portato avanti negli ultimi anni, una serie di survey di monitoraggio subacqueo, mediante transetti costa-largo davanti alle aree costiere di accesso al mare dove viene abitudinariamente effettuata attività di balneazione.
I survey prendevano in considerazione aggregati di rifiuti tipici da attività balneare (bottiglie di plastica, lattine di bibite, bottiglie di birra, bicchieri di plastica e monouso alimentari, ciabatte, ecc...) con superfici da <1m2 a >10m2.
Le aree prese in esame sono state:
- Gaiola: fondali esterni ed interni al porticciolo di Cala S. Basilio.
- Villa Imperiale/Casa Spiriti: fondali prospicienti il lido Villa Imperiale ed alla porzione di scogliera tufacea e scogliera artificiale ubicata ad est della casa degli Spiriti.
- Marechiaro: fondali interni ed esterni la baia di Marechiaro ove sono presenti diversi lidi privati ed aree di accesso pubblico al mare.
- Scoglione: Fondali marini antistanti le scogliere tufacee denominate Scoglione ove non vi è un accesso pubblico diretto al mare ma vi è un servizio transfer via mare da Marechiaro.
- Rocce Verdi: Fondali marini antistanti il lido Rocce verdi e Cala Zafferana.
- Sud Italia: Fondali antistanti le scogliere raggiungibili tramite il Parco Sud Italia.

La mappa mostra la distribuzione delle superfici di ricoprimento stimate di rifiuti urbani lungo il tratto costiero esaminato. Spicca il dato relativo a Cala S. Basilio a Gaiola che di fatto è l'unica area della costa ove i fondali sono stati rilevati praticamente privi di rifiuti riconducibili ad attività di balneazione.
Si evidenzia al contrario il picco della baia di Marechiaro con chiazze di rifiuti urbani depositati sui fondali di oltre 10 m2 dovuto sia alla conformazione dei fondali che all'intensa e concentrata attività balneare nell'area. E' interessante rilevare che il dato relativo a Cala S.Basilio precedente all'entrata in vigore del Protocollo di Fruizione sostenibile dell'area era solo leggermente inferiore a Marechiaro e quindi assolutamente incompatibile con un'area marina protetta. La dispersione di rifiuti proveniente dall'area di balneazione pubblica oltre a contaminare i fondali della zona B si espandeva anche zona A data l'attiguità della spiaggia con la Zona di riserva integrale.
Il raggiungimento del traguardo Zero Waste (Rifiuti Zero) in una spiaggia interna ad un'Area marina protetta nazionale, che fino a pochi anni prima era invece il simbolo del degrado e della dispersione di rifiuti nell'ambiente, è stato sottolineato anche dalle Associazioni Greenpeace e Legambiente che nel 2021 hanno conferito al Parco rispettivamente i riconoscimenti "Luogo Plastica Zero" e "Green Public Procurement" per l'importante traguardo raggiunto.