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Sventato furto di reperti nel Parco della Gaiola: arrestati i due ladri



Lunedì 21 Agosto è stato sventato, grazie al sollecito intervento del vigilantes dell'Area Marina Protetta, il furto di reperti archeologici del I Sec a.C. dalle coste del Parco. Nei pressi di Cala S. Basilio a Gaiola , a pochi metri dalla zona di Riserva Integrale del Parco, durante la notte del 20 Agosto, un piccolo smottamento del costone tufaceo ha scoperto alcuni reperti sigillati nel terrapieno. L'area è stata immediatamente attenzionata dalla vigilanza del Parco che verso le 16,00 ha iniziato a notare movimenti sospetti nella zona. In particolare un ragazzo di 23 anni, conosciuto nella zona e già noto per attività di pesca di frodo nell'area è stato filmato mentre, raggiunta il luogo con una tavola da surf, iniziava a picconare la parete con una pagaia nell'intento di liberare alcuni reperti venuti parzialmente alla luce in seguito allo smottamento. Poco dopo un'altro soggetto di 34 anni, amico del primo e anch'esso noto per attività di pesca di frodo e altri reati contro il patrimonio, è stato visto passare un sacchetto nero con la refurtiva al primo ed insieme occultarlo all'interno di un gozzo presente sulla spiaggia. A quel punto il vigilantes è intervenuto cogliendo i due in flagranza di reato rinvenendo nel sacco cocci, pezzi di anfore vinarie del I sec. d. C. e dell’epoca della Magna Grecia, manici, un frammento di tegame romano in ceramica e un frammento di affresco romano. Immediatamente sono stati allertati i Carabinieri e la Soprintendenza Archeologica di Napoli. I Carabinieri intervenuti sul posto hanno trasferito i due soggetti presso la Caserma di Posillipo-Chiaia e contemporaneamente hanno provveduto alla perquisizione di entrambe le abitazioni dei malviventi, dopo aver visionato i video delle telecamere di sorveglianza del Parco e ricostruito tutta la vicenda.

In casa del 23enne è stato trovato un frammento di un’anfora vinaria romana di età imperiale con parte del collo e le anse. In casa del secondo sono stati trovati invece un frammento di affresco policromo, anfore romane, capitelli, decorazioni in marmo e terracotta, la mano di una statua romana in marmo, un frammento di cornice in marmo, lucerne integre e con incisioni del i secolo d.C., monete del periodo romano imperiale (catalogate dalla soprintendenza e oggetto di ricerca), chiodi e una borchia e grappe in bronzo. A casa del "tombarolo" è stata rinvenuta anche una base di marmo con zoccolo di toro ubicata nella proprietà di Villa Ambrosio e di cui era stato denunciato il furto anni fa. Tutto il materiale, oggetto di anni ed anni di furti nella zona di Posillipo, sopra e sotto il mare, è stato sequestrato dai Carabinieri e i due sono stati denunciati per furto aggravato, danneggiamento, ricettazione e impossessamento illecito di beni culturali appartenenti allo Stato.


Subito dopo il fermo dei due ladri, il personale del Parco ha eseguito un sopralluogo nel sito dello smottamento bonificando l'area dalla presenza di ulteriori reperti di interesse archeologico onde evitarne la perdita o il furto. Nell'ambito di tale sopralluogo è stata rinvenuta occultata in un anfratto un'anfora di notevoli dimensioni (priva di collo ed anse) che con ogni probabilità i due malviventi avevano "preparato" per passare a trafugarla con il favore del buio. L'area, bonificata da materiale archeologico, è stata posta sotto sequestro della magistratura ed è tenuta sotto stretta osservazione, anche mediante videosorveglianza, onde monitorare ulteriori crolli.

Nella stessa zona, prima dell'istituzione dell'Area Marina Protetta, un'altro smottamento mise alla luce un intero ambiente interrato e il saccheggio andò avanti per giorni alla luce del sole prima che un abitante insospettito dal via vai di barche e persone diede l'allarme. Oggi grazie al presidio e controllo quotidiano dell'AMP non solo il furto è stato prontamente sventato ma è stato possibile recuperare anche parte del materiale trafugato negli anni passati. Quest'importante risultato, assieme ai risultati parimenti importanti sul fronte del contrasto alla pesca di frodo ottenuti nelle ultime settimane, danno nuova linfa nel lavoro quotidiano di tutela dei beni archeologici ed ambientali svolto dal Parco.





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